Sarà inviato ai ministeri competenti, al presidente della Regione Campania, agli assessorati ed agli uffici regionali di riferimento e per conoscenza alla Procura della Repubblica di Nola.
Il 10 luglio u.s. si è riunito il Tavolo dei Comuni dell’Agenzia di Sviluppo dei Comuni dell’area nolana, società pubblica della quale fanno parte 18 amministrazioni comunali e la Città metropolitana di Napoli. Alla base dell’incontro la necessità di fare il punto sulle conseguenze determinate dall’incendio che, domenica 1 luglio, si è sviluppato all’interno della piattaforma ecologica della società “Ambiente spa” di via Ponte delle Tavole a San Vitaliano.
Il crescente e legittimo allarme scattato tra la popolazione rispetto ai rischi sulla salute dell’ambiente e della comunità e l’esigenza di avere un quadro preciso rispetto alla natura del rogo, alle conseguenti attività messe in campo ed alle ripercussioni sul territorio hanno spinto i primi cittadini a chiedere il parere di alcuni esperti al fine, soprattutto, di comprendere quali altre attività e provvedimenti mettere in campo a tutela dell’incolumità dei cittadini oltre alle ordinanze già emesse in concomitanza dell’evento.
All’incontro hanno preso parte il sindaco di Marigliano, Antonio Carpino, nella qualità di presidente del Tavolo dei Comuni dell’Agenzia, il sindaco di Camposano Francesco Barbato, il sindaco di Casamarciano Andrea Manzi, il consigliere comunale di Cicciano Antonio Amato delegato dal sindaco, l’assessore al Comune di Cimitile Felice Amato, il sindaco di Comiziano Paolino Napolitano, il sindaco di Liveri Raffaele Coppola, il sindaco di Mariglianella Felice Di Maiolo, il vice sindaco di Palma Campania Domenico Rainone, il sindaco di San Paolo Bel Sito Manolo Cafarelli, il sindaco di San Vitaliano Pasquale Raimo, l’assessore al Comune di Saviano Antonio Ambrosino, ed il sindaco di Scisciano Edoardo Serpico.
Su invito dell’amministratore unico dell’Agenzia Area Nolana Vincenzo Caprio hanno inoltre partecipato ai lavori: Fiorella Pandolfi, Adele Carotenuto e Vincenzo Parrella per l’Asl Napoli 3 Sud, Luigi Cossentino e Paolo D’Auria per l’ArpaC, i docenti universitari Giuseppe Rolandi, Benedetto De Vivo e Marco Trifuoggi.
I dirigenti dell’Asl Na 3 Sud e dell’ArpaC hanno illustrato il lavoro effettuato e quello in corso, che si sta concentrando in particolare sugli effetti degli eventuali inquinanti sul suolo. Rispetto alle matrici aria ed acqua, secondo quanto riportato dai tecnici, non sono stati rilevati valori al di sopra dei limiti consentiti, entro il raggio di 3 chilometri dal centro dell’incendio.
Sulla ricaduta di eventuali diossine e di metalli pesanti al suolo gli esami sono in corso di svolgimento da parte di Asl ed ArpaC. In particolare l’ArpaC ha riferito, infatti, che nei giorni 6 e 7 luglio, sono stati rilevati campioni al suolo nella direzione della nuvola di fumo prodotta dal rogo anche al di fuori del raggio dei 3 chilometri dal rogo.
I docenti universitari presenti hanno richiamato l’attenzione dei sindaci soprattutto sulla direzione della nube e sull’estensione dell’area interessata dalla presenza della coltre di fumo.
Nella fattispecie, attraverso una rappresentazione grafica, è stato mostrato come nel corso del tempo siano stati interessati diversi Comuni del nolano e del baianese in virtù della variazione dei venti e della temperatura del suolo che ha condizionato l’andamento di quello che gli esperti definiscono “Plume”. La superficie del territorio coinvolto, secondo i docenti universitari, sarebbe di oltre 50 chilometri quadrati con estensioni nella massima distanza dal luogo in cui si è sviluppato l’incendio pari ad 11 chilometri in direzione Nord - Nord Est.
Da qui il parere espresso dagli esperti secondo i quali le indagini dovranno essere estese ai territori che si sviluppano nelle diverse direzioni di espansione della nuvola di fumo.
Nel corso delle ore il cosiddetto plume ha cambiato rotta interessando prima i Comuni che si estendono in direzione Nord - Nord Est e poi, nella notte tra domenica e lunedì, anche i territori del settore ad Ovest dell’incendio.
I docenti universitari hanno anche sollecitato interventi tempestivi per scongiurare ogni tipo di nocumento alla comunità.
Il parere degli esperti, le relazioni sullo stato degli esami effettuati da ArpaC ed Asl Na 3 Sud e le istanze presentate dai comitati civici hanno quindi fatto esprimere ai primi cittadini una serie di richieste sulle quali si sono pronunciati all’unanimità e che chiamano in causa il ministero dell’Ambiente, dell’Agricoltura, della Salute e la Regione Campania oltre che gli organismi deputati alla tutela della salute pubblica.
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Accertare quantità e tipologia dei materiali presenti nella piattaforma ecologica al momento dell’incendio.
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Accertare quantità e tipologia dei rifiuti combusti.
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Rendere noti i risultati delle analisi di caratterizzazione del materiale oggetto del ciclo di lavorazione.
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Verifica della compatibilità della rete elettrica di alta tensione presente nella zona dell’incendio.
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Analisi complessiva dei rischi reciproci derivanti dalle eventuali interferenze tra tutti gli impianti di trattamento di materiale più o meno pericoloso presenti in zona.
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Rimozione immediata delle ecoballe dal sito di Boscofangone.
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Monitoraggio costante della qualità dell'aria, dei terreni e dell'acqua su tutto il territorio dei 18 Comuni dell’area Nolana.
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Riesame di tutte le autorizzazioni rilasciate per impianti di trattamento rifiuti e di materiali pericolosi per verificarne l’esistenza dei presupposti di permanenza e valutarne una eventuale delocalizzazione.
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Costituzione di parte civile da parte delle amministrazioni comunali in eventuali procedimenti penali a carico dei responsabili dei reati ambientali.
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Avvio di uno screening di massa sugli eventuali effetti negativi provocati alla salute dei cittadini.
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Interventi legislativi per l’adozione di procedure univoche nella definizione degli standard di valutazione della qualità dell’acqua destinata all’uso irriguo.
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Favorire una pianificazione di emergenza a scala d’ambito, in quanto come dimostrato in occasione dell’incendio, la gestione delle crisi travalica i confini dei singoli Comuni.
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Sblocco dei fondi previsti dalla Legge di Stabilità 2016 per le operazioni di bonifica e risanamento ambientale sul territorio contaminato della Campania.
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Attività di monitoraggio e di riqualificazione ambientale lungo gli alvei dei Regi lagni che attraversano i centri abitati, in particolare nei tratti in cui questi sono molto vicini a zone densamente urbanizzate, dando priorità alla pulizia degli alvei con rimozione di tutti i rifiuti con oneri a carico della regione.
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Stanziamento risorse, statali e/o regionali, per la rimozione dei rifiuti sversati indiscriminatamente sui suoli comunali per non gravare sulle casse dei Comuni e di conseguenza sui cittadini.
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Misure urgenti a sostegno delle attività agricole per eventuali danni procurati dall’incendio dello scorso 1° luglio.
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Attivare forme di consultazioni periodiche con la Regione per un aggiornamento sullo stato dei controlli effettuati dagli organi competenti.
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Riattivazione del Tavolo tecnico, istituito dalla Regione Campania, per la definizione delle linee guida per la esecuzione degli interventi sul reticolo idrografico dell’area nolana. I lavori del Tavolo, fermi da due anni, sono propedeutici alla programmazione degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, con adeguata copertura finanziaria, e contestuale riqualificazione dei Regi Lagni.
Tutte le istanze rappresentate sono dettate dalla necessità di tutelare un territorio che complessivamente conta oltre 100mila abitanti. Pertanto si attendono riscontri tempestivi a garanzia della salute e della sicurezza della comunità.
Il 10 luglio u.s. si è riunito il Tavolo dei Comuni dell’Agenzia di Sviluppo dei Comuni dell’area nolana, società pubblica della quale fanno parte 18 amministrazioni comunali e la Città metropolitana di Napoli. Alla base dell’incontro la necessità di fare il punto sulle conseguenze determinate dall’incendio che, domenica 1 luglio, si è sviluppato all’interno della piattaforma ecologica della società “Ambiente spa” di via Ponte delle Tavole a San Vitaliano.
Il crescente e legittimo allarme scattato tra la popolazione rispetto ai rischi sulla salute dell’ambiente e della comunità e l’esigenza di avere un quadro preciso rispetto alla natura del rogo, alle conseguenti attività messe in campo ed alle ripercussioni sul territorio hanno spinto i primi cittadini a chiedere il parere di alcuni esperti al fine, soprattutto, di comprendere quali altre attività e provvedimenti mettere in campo a tutela dell’incolumità dei cittadini oltre alle ordinanze già emesse in concomitanza dell’evento.
All’incontro hanno preso parte il sindaco di Marigliano, Antonio Carpino, nella qualità di presidente del Tavolo dei Comuni dell’Agenzia, il sindaco di Camposano Francesco Barbato, il sindaco di Casamarciano Andrea Manzi, il consigliere comunale di Cicciano Antonio Amato delegato dal sindaco, l’assessore al Comune di Cimitile Felice Amato, il sindaco di Comiziano Paolino Napolitano, il sindaco di Liveri Raffaele Coppola, il sindaco di Mariglianella Felice Di Maiolo, il vice sindaco di Palma Campania Domenico Rainone, il sindaco di San Paolo Bel Sito Manolo Cafarelli, il sindaco di San Vitaliano Pasquale Raimo, l’assessore al Comune di Saviano Antonio Ambrosino, ed il sindaco di Scisciano Edoardo Serpico.
Su invito dell’amministratore unico dell’Agenzia Area Nolana Vincenzo Caprio hanno inoltre partecipato ai lavori: Fiorella Pandolfi, Adele Carotenuto e Vincenzo Parrella per l’Asl Napoli 3 Sud, Luigi Cossentino e Paolo D’Auria per l’ArpaC, i docenti universitari Giuseppe Rolandi, Benedetto De Vivo e Marco Trifuoggi.
I dirigenti dell’Asl Na 3 Sud e dell’ArpaC hanno illustrato il lavoro effettuato e quello in corso, che si sta concentrando in particolare sugli effetti degli eventuali inquinanti sul suolo. Rispetto alle matrici aria ed acqua, secondo quanto riportato dai tecnici, non sono stati rilevati valori al di sopra dei limiti consentiti, entro il raggio di 3 chilometri dal centro dell’incendio.
Sulla ricaduta di eventuali diossine e di metalli pesanti al suolo gli esami sono in corso di svolgimento da parte di Asl ed ArpaC. In particolare l’ArpaC ha riferito, infatti, che nei giorni 6 e 7 luglio, sono stati rilevati campioni al suolo nella direzione della nuvola di fumo prodotta dal rogo anche al di fuori del raggio dei 3 chilometri dal rogo.
I docenti universitari presenti hanno richiamato l’attenzione dei sindaci soprattutto sulla direzione della nube e sull’estensione dell’area interessata dalla presenza della coltre di fumo.
Nella fattispecie, attraverso una rappresentazione grafica, è stato mostrato come nel corso del tempo siano stati interessati diversi Comuni del nolano e del baianese in virtù della variazione dei venti e della temperatura del suolo che ha condizionato l’andamento di quello che gli esperti definiscono “Plume”. La superficie del territorio coinvolto, secondo i docenti universitari, sarebbe di oltre 50 chilometri quadrati con estensioni nella massima distanza dal luogo in cui si è sviluppato l’incendio pari ad 11 chilometri in direzione Nord - Nord Est.
Da qui il parere espresso dagli esperti secondo i quali le indagini dovranno essere estese ai territori che si sviluppano nelle diverse direzioni di espansione della nuvola di fumo.
Nel corso delle ore il cosiddetto plume ha cambiato rotta interessando prima i Comuni che si estendono in direzione Nord - Nord Est e poi, nella notte tra domenica e lunedì, anche i territori del settore ad Ovest dell’incendio.
I docenti universitari hanno anche sollecitato interventi tempestivi per scongiurare ogni tipo di nocumento alla comunità.
Il parere degli esperti, le relazioni sullo stato degli esami effettuati da ArpaC ed Asl Na 3 Sud e le istanze presentate dai comitati civici hanno quindi fatto esprimere ai primi cittadini una serie di richieste sulle quali si sono pronunciati all’unanimità e che chiamano in causa il ministero dell’Ambiente, dell’Agricoltura, della Salute e la Regione Campania oltre che gli organismi deputati alla tutela della salute pubblica.
Tutte le istanze rappresentate sono dettate dalla necessità di tutelare un territorio che complessivamente conta oltre 100mila abitanti. Pertanto si attendono riscontri tempestivi a garanzia della salute e della sicurezza della comunità.